12 giugno spettacolo “Le giovanette” al Nuovo Armenia con le tazze “Fiore del partigiano”

Lunedì 12 giugno, alle ore 21, al Nuovo Armenia, proponiamo alle cittadine e ai cittadini del nostro quartiere di assistere al bellissimo spettacolo “Le Giovinette”. Le calciatrici che sfidarono Il Duce” con Rita Pelusio, Rossana Mola, Federica Fabiani, regia di Laura Curino, produzione PEM Habitat Teatrali.
Uno spettacolo che denuncia la mancanza di libertà a cui erano costrette le donne durante il regime fascista, ma anche ironico e leggero, che, grazie a un trio di attrici eccezionali, mischiando comicità e narrazione, mostra come, pur a distanza di tanti anni, certi pregiudizi siano duri a morire e come la lotta per la libertà e i propri diritti passi anche attraverso lo sport.
Prenota il tuo posto per “Le Giovinette“: 10 euro. 
 Per sostenere ANPIDergano, durante la serata, sarà possibile acquistare le tazze “Il fiore del partigiano”, una collezione realizzata per l’occasione dalla ceramista Claudia Barana, dedicata alle donne e agli uomini che hanno lottato per la nostra libertà. Su ogni tazza c’è il disegno del fiore del partigiano, il papavero, simbolo della lotta della Resistenza.
Il papavero è un fiore libero, che cresce spontaneamente nei prati. Se colto e imprigionato in un vaso appassisce immediatamente, perdendo tutta la sua bellezza e il suo slancio vitale. I suoi petali sono delicati come ali di farfalle, rossi come il sangue versato dai partigiani che hanno lottato per la libertà.
Dal 2014 ha aperto il suo laboratorio Ranaba, dove sperimenta terre, forme e colori, realizza pezzi unici e piccole collezioni, tiene corsi e incontri sull’arte.
Sostieni AnpiDergano acquista e prenota le tazze “Il Fiore del partigiano“:
– tazza grande 20 euro
– tazza piccola 15 euro
– 2 tazze grandi 35 euro
– 2 tazze piccole 25 euro
Prenota la tua tazza: info@ranabaceramica.it – 3470359184 

Durante la serata sarà possibile fare la tessera dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

“Le Giovinette”
Siamo nel 1932. Decimo anno dell’era fascista. Sulla panchina di un parco di Milano un gruppo di ragazze lancia un’idea, per gioco, quasi per sfida: giocare a calcio! Nasce così il GFC (Gruppo Femminile Calcistico), la prima squadra di calcio femminile italiana che in breve raccoglie intorno a sé decine di atlete. Gli organi federali fascisti in principio assecondano l’iniziativa, consentendo loro di allenarsi, ma non di giocare in pubblico. Per preservare le “capacità riproduttive” le ragazze sono costrette ad usare un pallone di gomma (non di cuoio, come i ragazzi), indossare la gonna (non i pantaloncini, come i ragazzi), passare la palla solo rasoterra e in porta possono far giocare solo adolescenti maschi. Nonostante ciò, la loro avventura sportiva riesce caparbiamente a #resistere per quasi un anno. Una grande sfida al loro tempo, al regime, alla mentalità dominante che considerava il calcio come lo sport emblema della virilità fascista. Alcune di queste ragazze, che sfidarono il Duce e la cultura del tempo, dieci anni dopo parteciparono alla lotta partigiana.

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